Dopo l’ultimo faccia a faccia avuto con Zelensky alla Casa Bianca, il presidente Donald Trump ha deciso di sospendere gli aiuti militari all’Ucraina, aumentando la pressione sul presidente ucraino affinché accetti di avviare negoziati con Vladimir Putin.
Saranno bloccati gli aiuti militari che in questo momento non si trovano già in Ucraina, compresi gli armamenti attualmente in transito o già in Polonia. Lo stop è stato già comunicato al capo del Pentagono Pete Hegseth.
Una mossa che ha generato tensioni con Kiev e alimentato il dibattito in Europa.
Parallelamente, Trump ha annunciato dazi sulle importazioni dal Canada e dal Messico, con ripercussioni potenziali anche per l’industria europea.
Trump ha annunciato che avvierà una guerra di dazi contro l’Europa, infatti gli Usa imporranno tariffe aggiuntive del 25 per cento sulle auto europee e ‘’su tutto il resto’’, ha dichiarato il Presidente americano.
Meloni a Trump: ‘’la guerra sui dazi non conviene a nessuno
L’unico modo per scongiurare questa guerra commerciale è un dialogo tra Unione Europea e Stati Uniti perché è una guerra “che non conviene a nessuno’’, come ha ribadito il Presidente Meloni.
La leader italiana ha espresso preoccupazione per la decisione del presidente americano Donald Trump di imporre tariffe del 25% su Canada e Messico e di introdurre barriere doganali su altri prodotti esteri, con possibili conseguenze anche per l’Europa.
Sul fronte della guerra in Ucraina, Meloni ha escluso categoricamente l’invio di soldati italiani in Ucraina, esprimendo scetticismo sulla proposta franco-britannica in merito, e ha difeso la posizione italiana, sottolineando l’importanza dell’unità occidentale senza cedere a semplificazioni ideologiche.
Le strategie europee: il punto su Ucraina, dazi e difesa
Nel mentre si è tenuto il Summit a Londra, che ha confermato le divergenze interne all’UE sulla strategia da adottare per l’Ucraina.
Le reazioni europee appaiono discordanti, il premier britannico Keir Starmer ha ribadito il sostegno militare a Kiev, ma si è smarcato dall’iniziativa di Macron per una tregua.
Il premier ungherese Viktor Orban ha criticato le conclusioni del summit, mentre il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha chiesto maggiore autonomia strategica per l’UE.
Nel frattempo Bruxelles corre ai ripari rilanciando l’idea di un piano di riarmo europeo, per promuovere un’industria della difesa più forte.
Zelensky ha ribadito l’impegno dell’Ucraina per la pace, annunciando di essere pronto a sedersi al tavolo delle trattative per una pace duratura.
In un contesto di tensione globale altissima, l’Unione Europea si trova di fronte a scelte decisive, l’equilibrio tra sostegno militare all’Ucraina e diplomazia, la risposta ai dazi imposti da Trump e la necessità di una maggiore autonomia strategica e industriale.
Nodi che potrebbero sciogliersi nel vertice UE di giovedì, rappresentando un punto di svolta per il futuro delle relazioni transatlantiche e della politica di difesa europea.
Veronica Passaretti