La crescente ondata di violenze nei confronti degli operatori sanitari rappresenta una ferita aperta nel nostro sistema sanitario. Nel 2024, l’Italia ha registrato un incremento del 5,5% delle aggressioni a medici e infermieri, con una media di 116 casi per ogni ASL. Questo fenomeno non risparmia il Lazio, dove si è osservato un preoccupante aumento del 19% rispetto all’anno precedente.
La situazione nel Lazio e negli ospedali romani
Nel Lazio, tra la fine del 2023 e il 2024, si sono verificati circa 805 episodi di aggressione che hanno coinvolto 1.219 operatori sanitari. Di questi, il 57% erano infermieri e fisioterapisti, mentre il 18% era personale medico. Le donne rappresentano il 73% delle vittime. In quattro casi su dieci, le aggressioni si sono verificate nei pronto soccorso, con il 65% di violenze di tipo verbale e il 28% fisiche.
Nonostante l’istituzione di 18 presidi di polizia negli ospedali di Roma e provincia nel 2023, l’efficacia di queste misure è stata limitata, soprattutto durante i turni notturni e festivi. La carenza di personale e il sovraffollamento dei pronto soccorso continuano a essere fattori scatenanti delle aggressioni.
Iniziative recenti per contrastare la violenza
In occasione della Giornata Nazionale contro la violenza sugli operatori sanitari, il 12 marzo 2025, sono state promosse diverse iniziative nel Lazio. La Federazione CIMO-FESMED ha lanciato la campagna “La paura non aiuta la cura” per sensibilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno delle aggressioni. Un sondaggio ha rivelato che il 71% dei medici ospedalieri teme di subire un’aggressione sul posto di lavoro, percentuale che sale al 76% tra le donne.
La Regione Lazio ha avviato un progetto sperimentale in alcune strutture sanitarie, introducendo nuove tecnologie per la segnalazione immediata di comportamenti aggressivi e potenziando la formazione del personale nella gestione dei conflitti. Il presidente Francesco Rocca ha sottolineato l’importanza di un cambio culturale per promuovere il rispetto verso chi opera in sanità.
Verso una sanità più sicura e rispettosa
La tutela degli operatori sanitari è fondamentale per garantire un servizio efficiente e umano. È essenziale che istituzioni, cittadini e professionisti collaborino per creare un ambiente di lavoro sicuro, promuovendo una cultura del rispetto e implementando misure concrete di protezione. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo assicurare la sicurezza di chi ogni giorno si dedica alla nostra salute.
Federica Nobilio