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Presentato a Montecitorio il Rapporto sulla legislazione 2024-2025 e il nuovo manuale di drafting normativo

Alla Camera presentato il Rapporto sulla legislazione 2024-2025 e il nuovo manuale di drafting: qualità normativa, chiarezza delle leggi e cooperazione Stato-Regioni al centro del confronto istituzionale.
Presentato a Montecitorio il Rapporto sulla legislazione 2024-2025 e il nuovo manuale di drafting normativo

Nella suggestiva cornice della Sala della Regina a Montecitorio si è svolta questa mattina la presentazione del Rapporto sulla legislazione 2024-2025 e della quarta edizione del manuale di drafting normativo per le Regioni. L’evento, dal tono formale e istituzionale, è stato promosso dal Comitato per la legislazione della Camera in collaborazione con la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative regionali, con l’obiettivo di migliorare la qualità della produzione normativa e il coordinamento tra Stato, Regioni e Unione Europea. Al centro dei lavori, infatti, la volontà condivisa di rendere le leggi più trasparenti, coerenti e comprensibili, nell’interesse dei cittadini e delle imprese.

Alla presentazione hanno preso parte numerose figure di spicco del panorama politico e istituzionale. Ha introdotto e presieduto l’incontro la vicepresidente della Camera Anna Ascani, cui si sono affiancati nei saluti iniziali i colleghi deputati Lorenzo Fontana (Presidente della Camera) e Catia Polidori (presidente del Comitato per la legislazione di Montecitorio). Sono inoltre intervenuti Andrea Giorgis, presidente dell’analogo Comitato del Senato, Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio regionale del Lazio e coordinatore della Conferenza delle Assemblee legislative regionali, Giovanni Pitruzzella, giudice della Corte Costituzionale, e Aurelia Jannelli, segretaria generale del Consiglio regionale del Piemonte e responsabile del gruppo di lavoro che ha curato la revisione del manuale di drafting. La pluralità dei partecipanti – rappresentanti del Parlamento nazionale, delle Regioni e della Corte – ha testimoniato il forte carattere interistituzionale dell’iniziativa.

Nel corso dell’evento i relatori hanno messo in luce le sfide e le prospettive della qualità legislativa in Italia. Catia Polidori e Andrea Giorgis hanno sottolineato la necessità di una collaborazione costante tra Parlamento e assemblee regionali per evitare incoerenze normative e sovrapposizioni di competenze. Il giudice Giovanni Pitruzzella ha richiamato l’attenzione sul valore costituzionale della chiarezza delle leggi, ricordando – in linea con la giurisprudenza della Consulta – che testi normativi oscuri o confusi rischiano di minare il principio di legalità e di generare disuguaglianze nell’applicazione delle norme. Aurelia Jannelli, dal canto suo, ha illustrato le novità del manuale di tecnica legislativa per le Regioni, frutto di un lavoro congiunto di esperti statali, regionali e accademici. Il manuale aggiornato fornisce regole condivise per la redazione dei testi di legge regionali, ponendosi come strumento operativo per favorire uniformità e chiarezza nel linguaggio normativo su tutto il territorio nazionale. L’idea di fondo emersa è che solo attraverso norme scritte meglio – con termini precisi, struttura logica e valutazione attenta degli impatti – si possa rafforzare la certezza del diritto e la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

Particolarmente incisivo è stato l’intervento del coordinatore delle assemblee regionali Antonello Aurigemma, che ha presentato i dati salienti del Rapporto e alcune considerazioni critiche sullo stato della legislazione regionale. Aurigemma ha evidenziato come, nel 2024, in molte Regioni il numero di leggi approvate sia calato o rimasto stabile, segnale di una maggiore attenzione alla qualità più che alla quantità delle norme. Tuttavia ha denunciato il persistente eccesso di leggi di bilancio e di provvedimenti “omnibus”: in diverse assemblee regionali il 2024 ha visto un proliferare di testi finanziari (leggi di stabilità, assestamenti di bilancio e collegati) contenenti norme disparate, al punto che il grosso della produzione legislativa regionale è risultato composto proprio da leggi di bilancio. Ciò si accompagna a una quota ancora elevata di “leggi di manutenzione” (quasi un terzo del totale, il 29,4%), ossia modifiche continue a leggi esistenti, fattori che secondo Aurigemma stanno creando un quadro normativo frammentato e di difficile lettura. Tali pratiche, ha ammonito, “spesso impediscono un’agevole lettura delle norme, complicando così la vita dei cittadini e delle imprese”. Di qui l’appello a invertire la rotta, tornando a legiferare con provvedimenti di settore e testi unici di riordino.

«Io credo fermamente, e mi batterò per questo, che le assemblee legislative debbano soprattutto orientarsi nella discussione e approvazione di leggi settoriali e avviare finalmente una stagione di formazione di testi unici, così da privilegiare la trasparenza e la chiarezza della normativa per garantire la certezza del diritto»

ha dichiarato Aurigemma nel suo discorso, sintetizzando il senso e il tono dell’incontro. Le sue parole, accolte con favore dai presenti, riflettono l’auspicio condiviso di un cambiamento culturale nell’attività normativa, improntato a semplificazione, condivisione e rispetto del ruolo centrale delle assemblee elettive.

In conclusione, l’evento alla Camera dei deputati ha rappresentato un importante momento di confronto istituzionale sulle politiche legislative. I partecipanti hanno convenuto sulla valenza strategica di iniziative come questa: creare occasioni in cui Stato e Regioni si siedono allo stesso tavolo per analizzare dati, scambiarsi buone pratiche e impegnarsi a legiferare meglio. Si tratta di un esercizio di leale collaborazione – principio cardine nei rapporti tra enti – che può contribuire a produrre leggi più efficaci, coordinate e comprensibili. Dal dibattito sono emersi sia segnali incoraggianti (come una tendenza a ridurre il numero di leggi puntando sulla qualità) sia nodi critici da sciogliere (l’opacità di certi iter legislativi, l’abuso di maxi-provvedimenti finanziari). Ma al di là delle criticità, il messaggio finale è stato chiaro: rafforzare la qualità della normazione è una responsabilità condivisa. Iniziative di dialogo interistituzionale come quella odierna sono fondamentali per costruire un ordinamento più trasparente e coerente, in cui il cittadino possa riconoscere con maggiore fiducia la presenza di uno Stato di diritto efficiente e vicino alle esigenze dei territori.

Federica Nobilio

 

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