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Nuovo regolamento UE: stretta sui rimpatri dei migranti irregolari

Nuovo regolamento UE: stretta sui rimpatri dei migranti irregolari

Presentato a Strasburgo il nuovo regolamento sui rimpatri dei migranti

La Commissione europea ha introdotto la possibilità per gli Stati membri di trasferire i richiedenti asilo respinti in centri di rimpatrio, sul loro territorio.

Un vero e proprio endorsement all’iniziativa del governo Meloni.

Si apre un nuovo capitolo, con un “Ordine di rimpatri europeo” che farà da terreno comune per le decisioni dei 27 Paesi membri, fornendo chiarezza per l’intera Unione.

Si tratta di un sistema comune per rimpatriare i migranti irregolari con procedure più rapide, semplici ed efficaci in tutta l’Ue.

L’obiettivo principale di questa normativa è aumentare il tasso di rimpatri dei migranti la cui domanda di asilo è stata respinta, attualmente superiore fermo al 20%.

Le nuove norme consentono agli Stati membri di stipulare accordi con paesi terzi per il trasferimento dei migranti “nel rispetto dei diritti fondamentali”, rileva la nota della Commissione.

Ciò è garantito attraverso procedure chiare come il diritto di appello, il supporto alle persone vulnerabili, forti garanzie per i minori e le famiglie e l’adesione al principio di non respingimento.

L’Ue dice basta all’accoglienza indiscriminata e incondizionata: introdotto il divieto d’ingresso

Un’importante novità è la codifica del divieto d’ingresso nel territorio dell’Ue per chi non collabora con il processo di rimpatrio, non lascia lo Stato membro entro la data indicata oppure si sposta in un altro Stato membro senza autorizzazione. Il divieto – fino a un massimo di dieci anni – scatta poi anche per chi pone un rischio alla sicurezza dei Paesi Ue.

Inoltre, la Commissione Europea intende rivedere la lista dei “paesi sicuri” e facilitare la stipula di accordi bilaterali e multilaterali per migliorare la gestione dei rimpatri.

Un cambio di passo nella gestione delle politiche migratorie dell’Unione Europea, che ha suscitato non poche polemiche a sinistra, perché considerata punitiva e discriminatoria.

La proposta dovrà ancora passare attraverso il processo di negoziazione, molto lungo, tra il Consiglio e il Parlamento europeo.

Il Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha sottolineato l’importanza di una gestione ordinata dell’immigrazione per la competitività europea, menzionando la riduzione degli attraversamenti irregolari delle frontiere nel 2024.

Tuttavia, l’eventuale applicazione pratica delle nuove misure dipenderà dalla volontà politica e dalla capacità dei singoli Stati di implementarle in modo uniforme. Un aspetto non scontato.

Veronica Passaretti

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