Il dibattito sull’Europa e sul suo futuro si riaccende in vista della manifestazione del 15 marzo a Roma. Un’iniziativa che nasce dall’appello del giornalista Michele Serra, pubblicato su la Repubblica, in cui invita i cittadini a scendere in piazza per sostenere l’Europa, senza simboli di partito, ma con la sola presenza fisica.
Adesioni e reazioni politiche
L’invito ha già raccolto numerose adesioni da parte di sindacati, associazioni e personalità politiche di diversi schieramenti. La segretaria del PD, Elly Schlein, ha espresso il suo sostegno all’iniziativa, mentre il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha già dichiarato di non voler partecipare. Anche a destra, per il momento, prevale la cautela: Matteo Salvini si è detto contrario, mentre altre figure sembrano più possibiliste. Nel centro e nella sinistra ecologista, Bonelli e Fratoianni mantengono una posizione aperta, pur senza aver ancora confermato la loro presenza.
Quale messaggio per l’Europa?
Resta però un interrogativo di fondo: quale messaggio si vuole trasmettere con questa manifestazione? L’appello parla di un sostegno all’Europa, ma non specifica in modo dettagliato quale idea di Europa si voglia promuovere. Si tratta di un’Europa sociale, pacifista e inclusiva, fedele allo spirito dei suoi padri fondatori? Oppure di un’Europa che guarda a una maggiore integrazione anche sul piano della difesa e della sicurezza?
Sono domande legittime, soprattutto in un momento storico complesso, in cui il tema delle risorse economiche e della spesa pubblica europea è sempre più centrale. Molti cittadini si interrogano su come saranno utilizzati i fondi comuni: se verranno destinati al rafforzamento militare o se, invece, saranno investiti in ambiti come la sanità, l’ambiente, il contrasto alle povertà e il sostegno ai diritti sociali.
15 marzo: un’occasione di confronto
Il 15 marzo sarà quindi un’occasione di confronto e partecipazione, ma anche un momento per cercare di comprendere meglio quale direzione voglia prendere l’Europa e quale contributo possa dare l’Italia a questo processo.
Federica Nobilio