Un’analisi recente condotta dall’Ilo ha rivelato che, negli ultimi 17 anni, l’Italia ha registrato la maggiore perdita in termini assoluti del potere d’acquisto salariale. Il Rapporto mondiale sui salari reali, pubblicato dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro, evidenzia come, dal 2008, i redditi nel nostro Paese abbiano subito una contrazione superiore a quella osservata in altri Paesi avanzati del G20. In particolare, il potere d’acquisto dei salari italiani è diminuito dell’8,7%, mentre in Giappone si attesta al 6,3%, in Spagna al 4,5% e nel Regno Unito al 2,5%. Il periodo 2009–2012, segnato dalla crisi finanziaria globale, ha avuto un impatto particolarmente pesante sul mercato del lavoro in Italia.
Nei bienni 2022 e 2023, le riduzioni salariali italiane hanno superato la media dei Paesi avanzati del G20; tuttavia, nel 2024 si osserva un’inversione della tendenza, con i salari reali che hanno registrato una crescita media del 2,3%, superando di 1,4 punti percentuali il tasso medio degli altri Paesi del gruppo.
Il rapporto affronta anche il tema del divario retributivo di genere, stimato in Italia al 9,3% – uno dei più bassi in Europa. Sebbene questo gap sia leggermente inferiore rispetto al 10,2% del 2006, rimane comunque al di sotto della media europea, pari al 14,3%. Inoltre, il documento evidenzia che quasi il 52% dei lavoratori italiani con bassi salari è costituito da donne.
Irene Taurino