Una leggenda del ring si è spenta
George Foreman, icona del pugilato e due volte campione del mondo dei pesi massimi, è scomparso all’età di 76 anni. La notizia della sua morte è stata resa pubblica il 22 marzo dalla sua famiglia. Foreman, che conquistò l’oro olimpico per gli Stati Uniti ai Giochi di Città del Messico nel 1968, ha lasciato un segno indelebile nella storia della boxe con una carriera costellata da 76 vittorie, di cui 68 per KO, e solo 5 sconfitte.
Il “Rumble in the Jungle” e la caduta contro Ali
Il suo nome è legato a uno degli incontri più celebri di tutti i tempi: il leggendario “Rumble in the Jungle” del 1974. All’epoca detentore del titolo mondiale, affrontò Muhammad Ali in Zaire in un match epico. Foreman fu sconfitto all’ottava ripresa per KO, cedendo la cintura all’età di 25 anni.
Un ritorno da record nella storia della boxe
Dopo tre anni, nel 1977, decise di abbandonare il ring, ma nel 1987 fece un clamoroso ritorno al pugilato. Nel 1994, all’età di 45 anni, sorprese il mondo battendo Michael Moorer e riconquistando il titolo mondiale. La sua ultima apparizione sul ring risale al 1997, quando perse ai punti contro Shannon Briggs.
Dal ring al business: il successo del George Foreman Grill
Oltre che per le imprese sportive, Foreman è stato noto anche per il suo successo imprenditoriale. Dopo il ritiro definitivo, trovò una seconda fortuna con il George Foreman Grill, un prodotto che divenne un fenomeno commerciale con oltre 100 milioni di unità vendute. Nel 1999 cedette i diritti del marchio per 138 milioni di dollari.
Una vita intensa tra famiglia e spiritualità
Nella sua vita privata, è stato sposato cinque volte ed era padre di 12 figli, cinque dei quali portano il suo nome. Predicatore e uomo di fede, ha sempre rivendicato l’importanza della spiritualità nella sua rinascita personale e sportiva.
L’eredità di un campione eterno
Un campione dentro e fuori dal ring, Foreman lascia un’eredità che va ben oltre il pugilato.
Irene Taurino